La fiducia in se stessi: una pianta da curare per mantenerla sana e rigogliosa

La fiducia in se stessi: una pianta da curare per mantenerla sana e rigogliosa

Ti è mai capitato di dire “non faccio questa cosa, non prendo questa iniziativa”, a causa della mancanza di fiducia nelle tue capacità?

Ti è mai capitato di dire  “quanto vorrei avere fiducia in me per fare questa cosa, per raggiungere questo obiettivo”?

In un’ottica dicotomica, molto spesso si è portati a pensare (e credere) che la fiducia in noi stessi, nelle nostre capacità, sia una caratteristica che c’è o non c’è e che questo, in qualche modo, dipenda dai nostri successi e fallimenti personali.

Costruire e alimentare la fiducia in se stessi è un processo fondamentale per il benessere psicologico e il successo personale.
Da cosa dipende, allora,  la costruzione e il mantenimento della fiducia in se stessi?

Uno dei pionieri nel campo dell’autostima, Nathaniel Branden, propone che l’essenza dell’autostima sia la fiducia nei confronti  della propria mente e il potere di questa convinzione è proprio nella capacità di motivare e guidare il nostro comportamento.

Molto più, dunque,  di un giudizio o di una convinzione personale: la fiducia in se stessi è fiducia nelle proprie capacità di pensare e di superare le sfide fondamentali della vita e di poter trovare gli strumenti necessari per raggiungere i propri obiettivi.

Una fiducia, che non è data una volta per tutte ma che si alimenta e si mantiene attraverso esperienze di efficacia personale, che non ha a che fare con la convinzione di essere infallibili o perfetti, ma con il sapere di poter fare tutto il necessario per raggiungere i propri obiettivi.

In questo articolo voglio proporti, allora, alcune considerazioni e indicazioni utili per alimentare e mantenere la fiducia in te stess@, indispensabile per raggiungere i tuoi obiettivi e vivere una vita più soddisfacente:

1. Conosci e guarda allo stesso modo i tuoi punti di forza e i tuoi punti di vulnerabilità: per alimentare una sana fiducia in se stessi è indispensabile la  conoscenza di  se stessi, dei propri talenti, delle proprie capacità e anche delle proprie aree di vulnerabilità (che a me piace definire anche come aree di miglioramento/sviluppo potenziale). 

2. Impara ad affrontare gli errori come delle finestre di apprendimento: la fiducia in se stessi non significa essere infallibili o non commettere errori, ma essere in grado di aggiustare il tiro trasformando quell’errore in una opportunità di crescita e miglioramento.  Tutti commettiamo errori e senza errori non ci sarebbe evoluzione, non ci sarebbe cambiamento. Quando commetti un errore invece di domandarti “Perché ho sbagliato, cosa c’è che non va in me?” prova piuttosto a chiederti “Cosa posso apprendere da questo errore e come posso utilizzarlo per aggiustare il tiro ed andare avanti?”.

A volte un errore è un passo indietro necessario per fare due passi avanti.

3. Visualizzati nel tuo futuro desiderato: la fiducia in se stessi si esprime non solo attraverso dei pensieri, delle convinzioni su di se, attraverso un sentire, ma anche attraverso tutta una serie di azioni e comportamenti che rinforzano quel sentire e quelle convinzioni sulla nostra efficacia Cosa ci sarà, allora, di diverso quando avrai fiducia in te stess@? cosa ti vedi fare? con chi sei? da cosa si accorgeranno gli altri che hai fiducia in te stess@.  Descrivere lo scenario nel dettaglio, nel concreto,  ti aiuterà a mantenere la motivazione e a mettere in atto in comportamenti necessari.

4. Non sai come migliorare la fiducia in te stess@? Allora prova a peggiorarla! L’antica saggezza cinese sostiene che per imparare a drizzare una cosa, bisogna prima trovare i modi per storcerla di più. Prendendo in prestito una nota tecnica propria del Problem Solving Strategico, La tecnica del come peggiorare, individuare tutti le cose che dovresti fare o non fare per peggiorare volontariamente e deliberatamente la fiducia in te stesso, potrebbe aiutarti proprio ad evitare questi comportamenti peggiorativi e dirigere spontaneamente la tua mente vergo il miglioramento.

5. Impara a surfare tra le onde: la fiducia in se stessi non è un tratto stabile e immutabile ai colpi che la vita potrebbe infliggerci. In alcuni momenti potresti avere maggior fiducia in te stess@, in altri potresti sentirti più vulnerabile.

In questi casi  cercare il supporto degli altri o di un professionista, potrebbe essere una valida soluzione per aiutarti ad affrontare un momento di fragilità.

In conclusione, costruire e alimentare la fiducia in se stessi è un processo che richiede impegno e soprattutto, che dura tutta la vita. Anche la pianta più autonoma, ha bisogno ogni tanto di essere curata per rimanere rigogliosa e in salute.

Selena Tomei, psicologa clinica, PhD

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Terapia a Seduta Singola, Coaching & Orientamento

Bibliografia di riferimento

Branden, N. (2012). I sei pilastri dell’autostima. Milano: TEA

Nardone, G. & Milanese, R. (2018). Il cambiamento strategico: come far cambiare alle persone il loro sentire e il loro agire. Milano: Ponte alle Grazie.

Nardone, G. (2009). Problem Solving Strategico da tasca. L’arte di trovare soluzioni a problemi irrisolvibili. Milano: Ponte alle Grazie.