Le fasi del processo di Problem Solving

Le fasi del processo di Problem Solving

Possiamo sinteticamente definire il problem solving  come un approccio volto allo sviluppo di strategie e abilità di soluzione di problemi che coinvolge tre piani diversi: psicologico, comportamentale e pratico/operativo.

Abbiamo già anticipato nei precedenti articoli dedicati a questa importantissima skill, che ci sono tantissime metodologie di problem solving ampiamente collaudate, ognuna delle quali si basa su una serie di fasi e strumenti operativi.

Che si tratti dei problemi della quotidianità o piuttosto di complessi problemi sul lavoro, nel problem solving la persona si trova di fronte a una situazione che, in molti aspetti e per varie caratteristiche, gli risulta nuova e non gestibile secondo le consuete modalità da lei apprese e conosciute.

Sviluppiamo la capacità di risolvere problemi fin da piccoli. Genitori, educatori, maestre, figure di riferimento, non fanno altro che proporci stimoli verso nuovi problemi, metodi e strategie per risolverli. I problemi, infatti, ci accompagnano per tutta la vita ed è quanto mai fondamentale sviluppare delle strategie per fronteggiarli.

Da un punto di vista operativo, prima di continuare con la scoperta degli strumenti operativi per applicare il problem solving, è bene fare chiarezza e conoscere quelle che sono le “fasi” tipiche che compongono ciascun processo di problem solving. Anche qui la letteratura ci offre diverse interpretazioni e modelli costituiti da un numero di fasi diverso ma che, in sostanza, si riferiscono tutte allo stesso iter sequenziale che ci porta dalla corretta identificazione e definizione del problema, all’individuazione delle cause, delle possibili soluzioni e alla loro implementazione.

Una modalità «tipo» di processo di problem solving potrebbe prevedere la seguente successione di fasi:

  • PROBLEM FINDING: ci si accorge che c’è un problema da risolvere che richiede necessariamente una soluzione.
  • PROBLEM SETTING: è una delle fasi cruciali, più delicate, ovvero quella che riguarda la definizione e l’analisi del problema. Abbiamo visto in un precedente articolo quali insidie si nascondono dietro una cattiva definizione di un problema. Per nostra natura, ad esempio, quando ci  troviamo di fronte ad un problema tendiamo subito ad individuare un colpevole o a cercare di capire di chi è la colpa o peggio ancora a rivedere davanti a noi gli errori commessi in passato. Bene, questi atteggiamenti ci allontaneranno dalla soluzione del problema (e dal focus sugli obiettivi) e probabilmente ci farà disperdere energie preziose. Per definire o meglio descrivere un problema abbiamo citato l’Albero dei Problemi quale strumento operativo davvero utile per questo scopo. Nei prossimi articoli, analizzeremo altri strumenti operativi che possono venirci in supporto in questa delicata fase, soprattutto tecniche a supporto dell’analisi del problema per la ricerca delle possibili cause.
  • BRAINSTORMING (ricerca delle soluzioni): in questa fase si definisce un’ampia gamma di possibili ipotesi di soluzione, anche quelle mai tentate in precedenza, cercando di attivare al massimo la creatività e il pensiero laterale (farò a breve un articolo dedicato a questo importante strumento del nostro pensiero). Il brainstorming può essere, appunto, una tecnica molto efficace in questa fase cosi come la già discussa Tecnica dei 6 Cappelli di DeBono, può rivelarsi uno strumento operativo davvero fondamentale, sopratutto da utilizzare in gruppo. Non dimentichiamoci che DeBono, oltre ad occuparsi di creatività si è anche ampiamente occupato di problem solving e in particolare di problem solving creativo.
  • DECISION MAKING: dopo un’attenta valutazione dei punti di forza e di debolezza, della realizzabilità e delle possibilità di successo di ciascuna idea proposta, si sceglie l’ipotesi di soluzione che si ritiene più efficace in termini di efficacia, economicità e opportunità.
  • DECISION TAKING: si applica concretamente e in maniera puntuale l’ipotesi di soluzione prescelta, verificando poi con attenzione e in maniera obiettiva gli esiti (monitoraggio e valutazione degli esiti). In caso positivo si continuerà ad applicare questa strategia di soluzione, altrimenti si ricomincerà da capo tutto il processo di problem solving.

E’ evidente come il problem solving comporti un’attività cognitiva molto strutturata che implica sia processi di pensiero creativo (come nella fase di brainstorming), sia processi di pensiero logico-razionale (quando viene richiesto di valutare in maniera razionale le varie ipotesi e di scegliere la soluzione più adatta e attuabile).

Come anticipato, dai problemi della quotidianità fino ai problemi più complessi propri del contesto lavorativo, il problem solving è un metodo fondamentale per risolvere efficacemente i problemi: sarebbe più corretto, infatti,  parlare di problem solving interdisciplinare intendendo con ciò un uso migliore delle abilità di classificazione di problemi e situazioni — di natura e tipologia diversa e nei contesti più disparati, formali e informali —, e della relativa capacità di risolverli mettendo in campo le strategie più adeguate nonché efficaci.